Pacific Rim
Il trionfo dei mecha.

Realizzare l’adattamento di un’opera animata giapponese è sempre stato difficoltoso e soprattutto non ha mai portato grandi successi. Ma se gli elementi che costituiscono l’opera venissero sfruttati in maniera quasi maniacale e con un copione che contenga una storia ricca d’azione e condita una piccola dose di ironia e sentimento, allora si giunge a una svolta quasi epocale per la storia del cinema americano e non solo. Se un esperto regista come Micheal Bay (Armageddon, Pearl Harbor), ha parzialmente fallito questo esperimento con la trilogia dei Transfomers, a creare il mix perfetto ci pensa un altro pezzo grosso del cinema mondiale: Guillermo del Toro. Pacific Rim, può apparire ai neofiti il classico film di fantascienza, un lungometraggio caratterizzato da grossi giocattoli che fanno a botte con mostri altrettanto enormi, tuttavia per chi segue l’animazione robotica giapponese, è molto più di un semplice film. Pacific Rim è il risultato in chiave hollywoodiana di una storia iniziata in forma animata nel 1963, che ha dato l’impulso al vero e proprio boom negli anni ’70, si è consolidato negli anni ’80 e ha fornito altrettanta ispirazione negli anni ’90 e 2000. Insomma, Pacific Rim ha letteralmente attraversato la storia dell’animazione robotica e ha onorato il genere “kaijū” in 131 minuti. Mitsuteru Yokoyama, Gō Nagai, Yoshiyuki Tomino, Ryōsuke Takahashi, Yasuchika Yasuoka, sono alcuni dei maestri del genere mecha a cui Del Toro si è ispirato nella creazione e sviluppo del film risultando la chiave di un successo annunciato e forse la realizzazione di un sogno per un’intera generazione di fan. Ma andiamo per ordine: cosa è Pacific Rim?

Anno 2013. Dall’enorme faglia tettonica situata nell’Oceano Pacifico si apre un varco dimensionale da cui escono enormi mostri, i Kaijū. Le forze armate di tutto il pianeta cercano vanamente di abbattere le mostruose creature, le quali seminano morte e distruzione ad ogni loro passaggio. Per contrastare i Kaijū, le nazioni decidono di unire tutte le loro forze e dar vita a un progetto da cui dipenderanno le sorti dell’umanità: il progetto Jäger. Nell’arco di pochi anni vengono così costruiti enormi robot, il cui sistema di pilotaggio vede due piloti collegati tra loro attraverso una rete neurale in grado di far riprodurre allo Jäger i medesimi movimenti di chi lo comanda. Anno 2020. La guerra contro i Kaijū continua e i piloti degli Jäger, sono eroi paragonati a vere proprie rockstar. La squadra migliore è composta da Raleigh e Yancy Becket (interpretati da Charlie Hunnam e Diego Klattenhoff), due fratelli americani al comando dello Jäger Gipsy Danger. La sincronia in battaglia dei due, tiene testa a tutti i Kaijū fino al giorno in cui una nuova specie di essi uccide Yancy farà abbandonare a Raleigh i campi di battaglia. Tuttavia 5 anni dopo, al ragazzo viene chiesto di tornare ai comandi di uno Jäger per l’ultimo disperato assalto dell’umanità contro i mostri. Accanto a lui, una giovane ragazza giapponese, Mako Mori (interpretata da Rinko Kikuchi), la cui famiglia venne sterminata da un Kaijū. Per i due giovani è l’opportunità di potersi vendicare per le perdite subite e salvare definitivamente la Terra ai comandi dell’obsoleto Gipsy Danger.

Le opere a cui Pacific Rim fa riferimento sono tante. I Kaijū in sé, sono un omaggio a quel genere della cinematografia che vede in Godzilla il maggiore esponente, tuttavia l’origine dei mostri nemici è tipicamente nagaiana. L’apertura dimensionale ricorda Gaiking Legend of Daikū Maryū (dove a differenza della classica serie Tōei del 1976, Darius è un mondo parallelo alla Terra accessibile tramite un passaggio dimensionale), mentre le creature mostruose ricordano l’impero dei dinosauri, antagonista del celebre Getter Robot e sotto certi aspetti i Mimesis di Shinkon gattai Godannar!! di Yasuoka. La psicologia dei mostri nemici, ricorda invece il capolavoro della GAINAX, Top o nerae! (che ovviamente non descriverò per non svelare contenuti del film). Gli Jäger e i loro armamenti sono gli elementi più soggetti a numerose citazioni. Il sistema di collegamento a rete neurale potrebbe indurre a pensare subito al celebre Shin seiki Evangelion (Neon Genesis Evangelion), tuttavia vi sono determinate differenze sottolineate dallo stesso Del Toro. Poiché gli EVA sono solo in parte mecha, e composti da materia organica all’80% e il loro sistema di pilotaggio non sfrutta i neuroni bensì la telepatia, il richiamo più evidente appartiene dunque al famoso Tōshō Daimos del 1976 prodotto da Tōei Agency. Inoltre il sistema di pilotaggio che vede una coppia di pilota muoversi simultaneamente, è un palese riferimento a GEAR senshi Dendoh, opera prodotta nel 2000 da Sunrise, mentre la sincronia tra piloti ricorda il già citato Godannar. La colonna artificiale collegata al midollo spinale dei piloti, potrebbe essere ispirata a Jūsō kikō Dancouga Nova (anime prodotto da Production REED). L’aggancio della testa di Gipsy Danger, ricorda il celebre Mazinger Z di Nagai (ma probabilmente abbiamo anche un lontano riferimento allo Spin Lancer di Chōgattai majutsu robot Ginguiser, per quanto riguarda la rotazione della testa dopo l’aggancio). Gli armamenti sono un mix tra serie classiche e moderne in particolar modo per quanto riguarda tre Jäger: il protagonista Gipsy Danger, lo Jäger australiano Striker Eureka e lo Jäger russo Cherno Alpha. Il primo è sicuramente quello tecnicamente più sfruttato quanto a citazioni. Gipsy Danger è uno Jäger che nel 2025 è obsoleto ed è l’unico ad essere alimentato da energia atomica, ma allo stesso tempo ultimo baluardo della sopravvivenza (riferimento al famoso Giant Robot di Mitsuteru Yokoyama), i cui attacchi di pugno avvengono tramite una carica potente (Elbow Rocket) simile al Sudden Impact del Big O (anime del 1999 prodotto da Sunrise che in suolo americano ha ottenuto un discreto successo). Le armi bianche hanno una doppia ispirazione tratta dal genere real robot. La sua Chain Sword infatti richiama per certi aspetti il Gundam Exia (Mobile Suit Gundam 00, appartiene al franchise della famosa saga creata da Yoshiyuki Tomino nel 1979, ambientata in un altro universo rispetto alla storyline originale), ma il modo in cui essa si compone ricorda un’opera di Ryōsuke Takahashi, Kikō kai Galient. Non manca una piccola citazione al famoso videogame Super Robot Wars (uno degli attacchi di Gipsy Danger infatti, ricorda vagamente il Revolving Stake dello Alteisen). Le citazioni a Gundam continuano con il palmo della mano del Gipsy Danger che emette e scarica energia al plasma (deducibile un richiamo al Destiny Gundam di Mobile Suit Gundam SEED DESTINY altro universo alternativo di Gundam, la Cosmic Era), mentre lo Jäger cinese, Crimson Typhoon è caratterizzato da un singolo occhio e da un colore rosso che potrebbero richiamare lo MS-06S Zaku II Char Custom di Char Aznable in Mobile Suit Gundam (alcuni fan sono stati più propensi ad una somiglianza con lo EVA-00 di Rei Ayanami). Striker Eureka, ha invece un armamento fatto di cannoni situati sul petto che possono ricordare un anime che ottenne a suo tempo un discreto successo negli USA, Seijūshi Bismarck, importato col titolo Saber Rider and the Star Sheriffs). Infine lo Jäger russo, Cherno Alpha, il cui elmo dei suoi piloti è un chiaro riferimento al capolavoro di Takahashi Sōkō kihei VOTOMS.

Un piccolo appunto: tutti i riferimenti qui sopra citati, sono ovviamente attribuiti a personali osservazioni sulla base di opere animate seguite in precedenza. Osservazioni sicuramente notate da molti altri appassionati del genere. Non sono pertanto da prendere in via ufficiale. Concludendo, Pacific Rim è un film che non mancherà di entusiasmare la maggior parte dei fan del genere mecha, ma è anche strettamente consigliato a chi predilige le scene d’azione. Nel frattempo la critica (eccezion fatta per alcuni pseudo-giornalisti poco informati sul genere), ha accolto positivamente l’opera di Del Toro e non sono mancati gli omaggi dalla terra del Sol Levante, in particolar modo da parte del famoso mecha designer Yōji Shinkawa (Metal Gear Solid, Zone of the Enders), che ha dedicato al regista una riproduzione disegnata del poster del film

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