Una vecchia intervista a Gō Nagai

Grazie all’utente Sawatari Go del forum Zeonicom, è stata reperita una vecchia e interessante intervista fatta al maestro Gō Nagai, uno dei pilastri dell’animazione robotica e autore dei Mazinger Z, Getter Robot (creato col Maestro Ken Ishikawa) e UFO Robot Grendizer. L’intervista è stata originariamente pubblicata sullo Osamushi Forum, forum dedicato al più grande maestro dell’animazione giapponese: Osamu Tezuka. Ringrazio Zeonicom e Osamushi Forum per la concessione alla pubblicazione di questa interessante intervista.

Ha sempre voluto disegnare per un pubblico maturo, ma il primo lavoro consistette in una serie di strisce umoristiche.
“Harenchi Gakuen” fu una pietra miliare per il genere del manga comico, e, anche se il Maestro non era particolarmente interessato a questo genere, continuò a disegnare anche in questo campo, per la grande richiesta. L’opera nacque come una scherzosa riflessione sui rapporti con l’altro sesso, ma venne tacciata dai media di essere scabrosa e morbosa. Nonostante non fosse vero, propri questi attacchi fruttarono fama e vendite al Maestro. In seguito venne realizzata anche una serie animata e un film. “Mao Dante” fu l’opera successiva, creata nonostante le pressioni delle case editrici per la creazione di opere simili alla precedente. L’ispirazione venne dalla divina commedia, che aveva affascinato il mangaka fin da bambino, soprattutto nelle illustrazioni di Satana imprigionato dai ghiacci. L’ispirazione era di livello grafico, perché l’opera doveva ruotare intorno a un mostro simile a Godzilla, ma poi Gō Nagai curò anche l’aspetto demoniaco dei protagonisti e al loro approfondimento psicologico. In Giappone non esisteva la concezione del demonio, perciò il Maestro si rifece a leggende sui demoni e mostri locali. Così, riflettendo sul demonio e sulle sue somiglianze con questi mostri, il maestro giunse a percepire che il demonio non era altro che una costruzione storica con cui i vincitori rappresentavano i vinti e le loro popolazioni. “Mao Dante” parla di questi demoni e del perché del loro comportamento, evoluzione che raggiunse il suo massimo in “Devil Man”. L’anime di Devil Man era ispirato ai supereroi americani e aveva un target più basso, mentre nel manga le tematiche e il target erano decisamente più elevanti. Dopo di questo, Gō Nagai volle creare un manga robotico, essendo appassionato di questo genere e delle creazioni del “papà” di Astroboy, Tezuka e (Yokoyama). Voleva però dare una propria impronta a questo genere, del tutto nuova, ma voleva cominciare solo quando avesse trovato un proprio concept. L’illuminazione venne un giorno, quando assistette a un imbottigliamento stradale e pensò che tutte quelle persone sarebbero state felici se dalle loro auto fossero uscite gambe e braccia, in fondo da poterli portare via facilmente. I suoi robot vennero sviluppati sulla base del corpo umano, ma reso gigantesco e, dopo attente riflessioni, decise di porre il pilota al posto del “cervello” della macchina, perchè nel corpo umano parte da lì l’impulso all’azione. Essendo Mazinger Z pubblicato su una rivista per ragazzi, decise che il protagonista doveva essere un ragazzo e la serie verteva su come un ragazzo si sarebbe comportato se avesse ricevuto un potere in grado di renderlo simile a un demone o a un dio. La macchina non era solo tale, ma interagiva con il cuore del protagonista, ed essendo il ragazzo pieno di ideali positivi, diviene uno strumento di giustizia. La serie ebbe un grande successo e secondo il Maestro ciò è derivato dal fatto che i bimbi, che desiderano essere più grandi di quello che sono, potevano, attraverso Mazinger, sognare di essere più forti. Gō Nagai è consapevole delle critiche alla violenza mosse all’anime in Italia, ma crede sia necessario che i ragazzi conoscano la violenza e gli aspetti negativi della vita, perché la vita adulta è fatta anche di questo. Bisogna preparare i bimbi a un futuro avverso, altrimenti, scoprendo che il mondo è fatto così, potrebbero subire uno shock anche molto violento. Gō Nagai crede che i cartoni e i fumetti debbano essere considerati come rappresentazioni, astrazioni di un mondo in cui l’uomo dà spazio solo alla violenza, mentre non sono assolutamente incitazioni ad essa. Gli uomini hanno bisogno di sfogare le loro frustrazioni, così come i ragazzi, che, se non trovano una valvole di sfogo, potrebbero diventare adulti aggressivi e pericolosi; secondo il Maestro i suoi manga sono una valvola di sfogo per l’infanzia. Per esempio “Devil Man” si conclude con la distruzione del genere umano, ma questo non è assolutamente il desiderio di Gō Nagai, bensì il suo ammonimento a cosa potrebbe portare la stupidità dell’uomo. La fantascienza si presta bene per creare allegorie sul genere umano, che comunque è al centro di queste storie. Inoltre consente di trasmettere messaggi senza coinvolgere nazioni, organizzazioni, persone storiche, insomma realtà che potrebbero essere fraintese o male interpretate. Per questo, nella creazioni dei nemici, capita di pensare a qualcosa di reale, ma la sua rappresentazione si rifà a qualcosa di immaginario e non rapportato alla realtà. Gō Nagai crede che il mondo sia già troppo belligerante, quindi nei suoi manga illustra quello a cui i conflitti portano, la loro crudeltà e inutilità. La finalità delle sue opere è quella del divertimento e di intrattenimento, anche attraverso la personificazione del pubblico nei personaggi. Dopo questo racconto di sé, parte un applauso caloroso, e il Maestro sorride. Comincia poi la sessione di domande.

– Avendo parlato del processo creativo, come si è immaginato il personaggio del barone Ashura di Mazinga Z, essendo metà uomo e metà donna?
Ashura è nato per caso, mentre disegnavo una donna. Accorgendosi però che il viso era per metà maschile, decise di lasciarlo così, per renderlo più interessante (ride). Mi piace il suo aspetto grafico, ma rappresenta lo stesso uomo, perchè in ognuno di noi c’e’ una parte femminile; quindi rapprensenta davvero il genere umano.

– Nelle saghe di Mazinga, nei personaggi di Devil Man, persino dei protagonisti più positivi c’e’ una traccia di ferocia, una sconfitta del genere umano. Quindi il combattimento è davvero l’unica valvola di sfogo?
Offro ai personaggi, attraverso i robot, delle armi incredibili, un po’ come al genere umano è dato il potere di distruggere attraverso armi di distruzione. Voglio dare un messaggio sul pericolo derivante da essi, dal loro utilizzo sbagliato.

– La “Divina Commedia” è un omaggio alle illustrazioni di quest’opera, che l’avevano ispirata?
L’ispirazione di Mao Dante e Devil Man è stata proprio quella, ma la genesi è diversa. Dopo queste opere molti mi dissero che somigliavano all’apocalisse, così mi sono documentato, ho riletto la divina commedia e ho deciso di rapprentarla graficamente. Contemporaneamente, disegnando Devil Lady, la feci precipitare all’inferno, in cui inserii molti elementi e spunti dall’opera di Dante, in primis Lucifero nei ghiacci.

– Il Giappone è un paese avanzatissimo a livello tecnologico e alcuni ricercatori dicono di aver preso spunto dall’opera del Maestro per le loro ricerche in campo robotico. Lui che ne pensa?

Il Giappone è forse il paese più avanzato in campo robotico, e probabilmente questo è anche merito dei manga, che li rappresentavano, fin dai tempi di Astroboy, come macchine vicine al modo di essere umano. Ciò mi fa molto piacere, ma non penso che sarà mai possibile creare Mazinga *ride*

– E’ sempre stato soddisfatto delle trasposizioni animate delle sue opere? Verrà mai pubblicato Mazinga in DVD, visto che la serie venne interrotta?

L’animazione è un prodotto creato da uno staff molto ampio. Nel mio caso, io scrivevo un plot per l’episodio, ma poi venivano manipolati da un staff apposito. E’ impossibile che un anime sia del tutto fedele, ma io sono stato fortunato, perchè ho lavorato con ottimi team, quindi sono soddisfatto per il 80%, anche se a volte ho avuto delle delusioni incredibili. Io vorrei che le mie opere siano trasmesse in modo completo, ma a volte vengono bloccati per problemi con l’azienda. La volontà di pubblicarli c’e’, bisogna solo convincere le parti coinvolte.*ride* Con le opere più vecchie, in cui il diritto d’autore è più vago, si creano problemi di copyright. Perciò ho preferito creare nuove opere, come Jeeg Robot, che è stato trasmesso prima.

– A quali altre fonti ha avuto accesso, oltre alla Divina Commedia, per studiare la psicologia di personaggi e demoni, dal punto di vista europeo?

Non ho usato altre fonti, perchè ho visto che le rappresentazioni europee o americane, in film o libri, tendono a esaltare un aspetto completamente negativo, mentre io volevo ricercare il perchè del suo essere tale, non per forza negativo, anche alla luce dell’influsso buddhista.

– Ci saranno mai altre riedizioni, come nel caso di Jeeg Robot?

Per me forse il remake di Jeeg è solo l’inizio, perchè l’animazione di oggi rende possibili tecniche espressive impossibili trent’anni fa. Quindi è mia intenzione lavorare anche ad altre serie come Mazinga.

– Cosa ne penso dell’utilizzo di Anno della Cabala in Evangelion?

Beh, Anno, regista di Evangelion, conosce molto bene le mie opere, e io apprezzo le sue e trovo Neon Genesis Evangelion molto interessante. Purtroppo non so rispondere a questa domanda, ma spero che possiate invitare anche lui.

– Cosa ne pensa dell’industria del merchandise e di come è cambiata dagli anni 70?

Quando feci Mazinga Z avevo uno sponsor, una ditta di giocattoli, ma mi dissero che un giocattolo robotico non sarebbe stato un successo. Visto il buon riscontro di ascolti dell’anime, provarono a commercializzare dei giocattoli, e fu un grande successo.

– In alcuni personaggi, parti del corpo sono state sostituite con parti meccaniche (come Kōji Kabuto) , ma questa linea è stata poi abbandonata in opere successive. Perchè?

Riguardo la prima domanda, quella serie non è stata disegnata da me non avevo assolutamente idea che finisse così (risate generali), so che lo stanno pubblicando ora in italia.

(Traduttore: vi posso dire che prossimamente verrà pubblicato Goldrake in 4 volumi e Mazinga Z)

I remake di solito tendono a deludere i fan; per questo Jeeg, che avete visto, è la continuazione del manga, ambientato dopo 50 anni. Anche nel caso di Mazinga e Grendizer sono intenzionato a fare un procedimento simile. Per esempio, come Grendizer, similmente a Star Wars, vorrei creare un prequel riguardante le avventure di Grendizer prima dell’arrivo sulla terra.

– E’ in corso una forte commercializzazione tra anime e manga. Alcuni, come Miyazaki, vanno all’estero per creare le proprie opere e finanziarle, mentre Tomino, più tradizionalista, preferisce produrre in toto in Giappone. Il Maestro come si pone?

Accetterei un finanziamento o uno sponsor estero, a patto di non influire sui contenuti o sulla qualità dell’opera.

– Manga e Anime descrivono un determinato contesto contemporaneo. Oggi cosa rappresentano e cosa rappresenteranno in futuro?

I manga in Giappone sono popolarissimi, sempre di più, e questo influirà sul loro modo di essere, credo che in futuro saranno interattivi con altro, telefonini o videogiochi. Secondo me non scomparirà, ma probabilmente cambierà forma e natura. Ora si stanno diffondendo nel mondo, non è più un elemento di prerogativa giapponese, ma altri disegnatori stranieri ne subiscono l’influsso. Essendo poi le loro opere pubblicate in Giappone, con successo, la vostra sensibilità influisce alla nostra.

– Vorrebbe disegnare qualcosa, per tempo o possibilità, che non è riuscito a realizzare? Quali opere contemporanee le piacciono?

Purtroppo l’editoria giapponese è conservatrice, quindi spesso delle opere sono state rigettate e non ho potuto realizzarle. Inoltre vorrei lavorare a progetti fantasy, ma le case editrici sono restie ad accettare questi progetti, voglio qualcosa legato alla vita quotidiana. Amo moltissimo i manga, anche molti autori moderni, ma sono così numerosi che non so quale scegliere.

– E’ conscio di quante persone siano state influenzate graficamente e psicologicamente dalle sue opere?

Credo che per uno scrittore, l’essere consapevole di essere letto sia la cosa più bella, soprattutto se gli appassionati sono sparsi un po’ in tutto il mondo (ride). Non mi preoccupo eccessivamente di come la gente recepisce il mio messaggio, non posso star sempre a pensare a come verranno interpretati.

– Accanto alla robotica, ci sono molti elementi dell tradizione giapponese nel design dei robot e nelle storie. Quanto questa presenza è consapevole?

Per Mazinga mi sono ispirato più alle armature occidentali che orientali, soprattutto per quanto riguarda la testa, ispirata agli elmi occidentali. Gli elementi della tradizione sono assolutamente inconsci.

– Ha mai avuto un idea, in occasione di questo intervento, dell’arrivo di un robot a Venezia? (risate generali)

Innanzitutto è la prima volta che sono a Venezia. Attraversare in motoscafo il Canal Grande è stato emozionante, come vedere un museo a pelo d’acqua. Non pensavo di ambientare un cartone robotico a Venezia, ma, vista la bellezza dei palazzi, c’e’ una grande probabilità (ride). Visto l’innalzamento delle acque, credo che tutti voi siate preoccupati per la scomparsa di Venezia. Se Mazinga fosse d’aiuto, io lo farei arrivare… *ride*

– Ci sono autori del passato e del presente che sente affini alla sua politica “senza compromessi”? Vista la calda accoglienza, c’e’ la possibilità che torni in Italia?

Per la prima parte, volevo descrivere nelle opere più “dark”, come possano comunicare gli uomini in un mondo in cui l’unico obbiettivo è sopravvivere in un contesto ostile e crudele. Un “ispirato” è di certo “Berserk” di Kentarō Miura, per alcuni temi affini, ma ce ne sono davvero moltissimi, e non potrei citarli tutti. Sono molto impegnato e non posso viaggiare liberamente, ma amo moltissimo l’Italia, vorrei visitarne i musei e le città, che sono dei musei a cielo aperto.

– Quale approccio emozionale aveva con i manga quando era piccolo?

Quando ero piccolo, non mi sentivo bene con il mondo che mi circondava e sentivo che solo attraverso la lettura dei manga, come quelli di Osamu Tezuka, potevo fondermi liberamente con il mondo. Anche oggi, quando disegno manga, entro completamente in un altro mondo, e spesso dimentico appuntamenti e impegni, e le persone mi rimproverano.

– Ha mai avuto voglia di sperimentare un approccio non animato, ma con attori in carne e ossa, come Ōtomo-sama?

Ho creato una società con un ampio staff, e devo creare altre opere per mantenere economicamente queste persone e questa attività. Non ne ho la libertà, ma mi piacerebbe.

– In Devil Man, nel periodo preistorico, ci sono animali che non c’erano nel periodo delle glaciazioni, perchè?

Nella mia concezione del mondo, la civiltà umana e le altre specie si stanno ripetendo all’infinito. Non necessariamente noi conosciamo ogni ciclo, perciò Devil Man può essere ambientato in un ciclo a noi sconosciuto. Credo che la Terra possa avere avuto una lunghissima storia, e noi non ne conosciamo che una piccolissima parte.

– Visto l’impatto della tecnologia sulla vita di tutti noi, qual’e’ il suo rapporto con il computer? Creerà mai un personaggio legato ad esso?

Credo che la superiorità economica dell’America renda possibile progetti in CG impensabili in Giappone, almeno al momento. Però credo che non necessariamente un’opera in computer grafica sia anche superiore qualitativamente ad una di tipo bidimensionale.

Il Maestro si alza e ringrazia, come il pubblico, il traduttore Francesco Colpi, appassionato e capace di tradurre e integrare le domande. Viene data una targa al Maestro, tra scroscianti applausi del teatro dove si svolge la conferenza, applausi che accompagnano la sua uscita.

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