Una vecchia intervista a Yoshiyuki Tomino

È stata reperita questa interessante intervista al creatore di Mobile Suit Gundam, Yoshiyuki Tomino. L’intervista venne fatta in occasione del Cartoons on The Bay 2009, dove per l’occasione il geniale scrittore che ha rivoluzionato il genere robotico, ricevette il Pulcinella Award alla carriera. Si ringrazia Sawatari Go del forum Zeonicom

YOSHIYUKI TOMINO

Il grande artista dell’universo anime, creatore della serie di culto Mobile Suite Gundam, che festeggia quest’anno il suo trentesimo anniversario, ha incontrato la stampa specializzata, accompagnato dal direttore Roberto Genovesi e da Andrea Materia, selezionatore per l’area estremo orientale.

“Grazie a Cartoons on the Bay, sono riuscito a capire come viene accolta l’animazione in Italia”, ha dichiarato il maestro dell’animazione giapponese. Avevo letto e mi avevano raccontato molte cose, ma viverlo in prima persona è diverso. È una piacevole sorpresa, soprattutto perché vedo che cartoni animati che hanno avuto successo vent’anni fa in Giappone sono oggi di culto in Italia e apprezzati non solo dai giovani, ma anche dagli adulti e questo mi fa enormemente piacere. Questo non è solo un incontro per appassionati, ma anche e soprattutto un momento per professionisti, e la presenza di questi esperti rende il mio lavoro completo”.

Tomino ha poi affrontato le origini del suo personaggio più famoso.

“Gundam è nato da una necessità: desideravo creare una storia di fantascienza che funzionasse a livello cinematografico, quindi sono stato in qualche modo costretto a creare Amuro Ray e l’armatura gigante, per poter portare tutto a un livello più elevato che mi permettesse lo sviluppo di questo racconto. Non volevo che Gundam fosse semplicemente un prodotto mirato alla creazione di giocattoli, desideravo realizzare qualcosa di più elevato. Oggi, dopo trent’anni, mi trovo paradossalmente in una situazione estrema, dato che Gundam probabilmente non è più un prodotto per bambini. Invece, personalmente, sento ancora la responsabilità di creare qualcosa che colpisca i giovanissimi e li accompagni nella crescita e in seguito nell’età adulta. Vorrei che il prossimo Gundam fosse così, ma d’altra parte faccio tutto questo anche per vivere, quindi vedremo cosa vorranno da me i miei produttori in futuro”.

Non è mancato poi un momento retrospettivo sul complesso della sua carriera, con un pizzico di malinconia, ma soprattutto grande energia.

“Tutte le mie serie, soprattutto dopo il grande successo di Gundam, sono per me delle sfide e nel corso degli anni mi sono sentito anche frustrato, non riuscendo a far raggiungere ad altre mie creazioni quel livello di eccellenza necessario per farne un successo. Sono stati e sono tutt’ora lavori più sperimentali o personali, soprattutto perché dopo trent’anni di Gundam e una nuova serie già in cantiere per i trentacinque anni, mi piacerebbe fare qualcosa di nuovo. E per un uomo di quasi settant’anni, dovete ammettere che avere ancora questo desiderio di novità è una gran bella cosa”.

La sorpresa più grande Tomino l’ha regalata parlando di cinema e delle influenze dei grandi autori sul suo lavoro, citando i grandi del cinema italiano.

“Antonioni, Fellini e Visconti, come pure il francese Godard, mi hanno influenzato molto nel mio lavoro, al contrario di Guerre stellari e altri prodotti di fantascienza usciti dagli anni Settanta in poi, quando già avevo iniziato a lavorare. Quella roba io l’avevo già fatta”.

Ultime battute su quella che potrebbe essere l’evoluzione tecnica delle prossime serie di Gundam, nell’epoca del digitale e del 3D.

“Non è facile rispondere a una domanda su quella che può essere l’evoluzione tecnica di Gundam. Grazie al lavoro fatto nel corso degli anni dalla Pixar, con l’animazione digitale si può fare davvero ciò che si vuole. Il nostro lavoro televisivo ha invece dei limiti e io lo paragono al neorealismo italiano, che con pochi mezzi riusciva a trasmettere messaggi straordinari. Ma questo non vuol dire che io non trovi fondamentale proseguire la ricerca estetica su Gundam”.

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